Il Decreto R.E.N.T.Ri., cosa prevedono le nuove disposizioni in materia di rifiuti

Dal 15 giugno è entrato in vigore il nuovo Decreto R.E.N.T.Ri. che permetterà l’attivazione, seppur graduale, del registro elettronico nazionale sulla tracciabilità dei rifiuti, previsto anche dalla normativa ambientale europea.

Ma come funziona? E quali correttivi sono stati implementati per rendere maggiormente efficiente tale strumento?

In questo articolo tratteremo nel dettaglio il R.E.N.T.Ri. e le misure emanate con il nuovo decreto pubblicato lo scorso aprile, che ha permesso l’attivazione del registro dal 15 giugno 2023.

Che cos’è e come funziona il R.E.N.T.Ri

Il R.E.N.T.Ri. o il registro elettronico nazionale sulla tracciabilità dei rifiuti, è stato introdotto per la prima volta dal D.lgs. n.116 del 3 settembre 2020, ma è entrato in vigore solo dal 15 giugno scorso, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto MASE n.59 del 4 aprile 2023 (primo decreto attuativo).

Infatti con quest’ultima norma si sono definiti solo alcuni degli elementi importanti del registro, fissando come scadenza il 12 dicembre 2023 per l’emanazione di un ulteriore decreto in cui verranno delineate le modalità operative del registro stesso.

Lo scopo di questo strumento è quello di applicare un modello di gestione digitale dell’assolvimento dei principali obblighi delineati dal Testo Unico sull’Ambiente, che imprese e organizzazioni devono rispettare.

In base a quanto definito dalle disposizioni, il registro digitale R.E.N.T.Ri. si compone principalmente di due sezioni:

  1. Anagrafica degli iscritti, in cui vengono raccolte le informazioni generali dell’azienda e le autorizzazioni ambientali in suo possesso;
  2. Tracciabilità, in cui vengono inseriti i dati annotati nei registri e nei formulari utilizzati per la raccolta e per la gestione dei rifiuti.

I soggetti che dovranno procedere all’iscrizione a tale registro sono:

  • Gli enti e le imprese che effettuano il trattamento dei rifiuti;
  • I produttori di rifiuti pericolosi;
  • Le aziende e le organizzazioni che raccolgono e trasportano rifiuti pericolosi o che operano come commercianti ed intermediari di tali materiali;
  • I consorzi istituiti per il recupero e il riciclaggio di speciali tipologie di rifiuti;
  • I comuni, i loro consorzi e le comunità montane che raccolgono e gestiscono i rifiuti non pericolosi.

Non sono, invece, obbligati ad iscriversi gli imprenditori agricoli che non producono rifiuti pericolosi, i quali potranno, però, accedere all’iscrizione volontariamente.

Correttivi e adempimenti del nuovo decreto R.E.N.T.Ri.

Il Decreto R.E.N.T.Ri. ha posto le basi per alcuni degli aspetti fondamentali del registro, tra cui:

  • I modelli e i formati da utilizzare per il registro cronologico di carico e scarico rifiuti e per il formulario di identificazione (compilazione, vidimazione e tenuta degli stessi);
  • Le modalità di iscrizione al registro e gli obblighi che i soggetti iscritti devono adempiere;
  • Il suo funzionamento e le modalità di trasmissione dei dati.

Con un nuovo decreto attuativo previsto per fine anno, quest’ultimi due elementi verranno definiti nel dettaglio, per rendere maggiormente efficiente il registro stesso.

L’iscrizione sarà attiva dopo un ampio periodo transitorio, che va dai 18 ai 30 mesi dall’entrata in vigore del decreto e che permetterà a tutti i soggetti di adeguarsi alle disposizioni e di acquisire gli strumenti digitali utili per impiegare al meglio il R.E.N.T.Ri.

Le prime aziende che potranno iscriversi da dicembre 2024 saranno i produttori iniziali di rifiuti pericolosi e non pericolosi, con più di 50 dipendenti.

A seguire le imprese produttrici con 10 dipendenti (da dicembre 2025) e infine tutte le altre aziende che trattano rifiuti speciali pericolosi (da febbraio 2026).

Con il Decreto R.E.N.T.Ri. si attivano le azioni previste del PNRR dedicate all’economia circolare e all’adozione di un sistema dedicato della tracciabilità dei rifiuti (leggi il nostro articolo inerente alla gestione dei rifiuti da C&D e l’edilizia circolare).

Come puoi vedere la gestione e la raccolta dei rifiuti speciali richiedono competenze tecniche, un aggiornamento costante sulla normativa in vigore e autorizzazioni specifiche per trattare tali materiali.

Proprio per questo motivo è bene affidarsi a degli esperti, come l’Impresa Lazzarin che, grazie alla esperienza nel settore, può attivare la corretta procedura per la raccolta e la gestione dei rifiuti pericolosi e non, in base alle nuove disposizioni in materia.

Tracciabilità dei rifiuti, ecco a chi affidarsi per un trasporto efficiente

La fase del trasporto dei rifiuti è da sempre uno dei punti principali della politica comunitaria ambientale e l’attivazione di un registro di tracciabilità dei materiali speciali pericolosi e non, riutilizzabili e riciclabili è fondamentale per permettere un controllo completo di queste risorse.

L’utilizzo del registro digitale R.E.N.T.Ri. permetterà agli operatori del settore, come la nostra azienda, di svolgere in maniera efficace il trattamento dei rifiuti, conformandosi all’approccio europeo della sostenibilità ambientale.

Ciò ti permetterà di usufruire di un trasporto e di una gestione dei rifiuti completi e rispettosi dell’ambiente, attivando un processo di economia circolare che riduce i costi e le operazioni di smaltimento.

Grazie alla nostra esperienza pluriennale, abbiamo ideato un’ampia offerta di servizi di trasporto e gestione dei rifiuti speciali pericolosi e non che offriamo ai cittadini e alle imprese che hanno bisogno di smaltire correttamente determinati materiali, come quelli edili o da potatura del verde privato e pubblico.

Se vuoi saperne di più sul trasporto e sulla gestione dei rifiuti pericolosi e non, in base al Decreto R.E.N.T.Ri. e sui nostri servizi dedicati all’ambiente, contattaci! I nostri esperti sono a tua disposizione.

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